QUINDICI SU QUARANTA. “ONOFRIO ZAPPALA’ E IL DOVERE DELLA MEMORIA” PREFAZIONE DI NANDO DALLA CHIESA
CATEGORIA: BOLOGNA (STRAGE ALLA STAZIONE)
Aveva 27 anni Onofrio Zappalà una delle 85 vittime innocenti di quella lucida follia e un bagaglio di sogni, tutti da scoprire e da realizzare. Il suo corpo viene sì dilaniato, ma il seme della sua breve vita viene col tempo messo a dimora affinché dal suo ricordo possa emergere con forza la consapevolezza che, nella vita, nulla passa se non per lasciare l’indelebile impronta del proprio io. Tra queste pagine: dalla causa all’effetto. La nuova pianta generata da quel seme, che ancora vive e si presenta con quell’intenso profumo di memoria per proporsi a una nuova vita. Quella testimonianza vera e reale che va a scolpirsi nel tempo, memoria viva per ciò che verrà. Non è stato facile progettare e portare a termine questo lavoro. Non è stato facile non solo per i contenuti ma soprattutto per come gli stessi vengono proposti, per meglio coinvolgere quanti avranno la bontà e la pazienza di leggerci. Si parte dalla strage del 2 agosto 1980. La più grande strage di questo Paese: 85 morti e 218 feriti. Un’immane tragedia che coinvolse centinaia e centinaia di famiglie, modificando sogni, progetti e futuro, molto spesso costruiti anche con enormi e personali sacrifici. Si parla di Onofrio Zappalà, un giovane di 27 anni, che viene travolto nel vortice straziante delle 85 vittime innocenti, chiamate a immolarsi per il volere della follia umana. Si parla dell’esigenza di non dimenticare. Ed è proprio il dovere della memoria che ci impone di far sì che la morte di Onofrio, la strage di Bologna, siano quei punti di forza per dare un senso al sacrificio delle 85 vittime, tra cui un nostro compaesano, e nostro compagno di liceo. Si cerca di lanciare il messaggio, ai giovani principalmente, affinché sentano vivo il desiderio di verità in assoluta autonomia, nella consapevolezza che solo attraverso la verità può compiersi il valore di quel sacrificio che condusse alla morte centinaia di martiri e vittime innocenti.