“Autobiografia/romanzo degli anni di piombo vissuti da Cesare Ferri. Di Brescia l’autore ne scrive soltanto per disconoscere qualsiasi relazione con essa, in ciò confortato dalle sentenze definitive passate in giudicato che ne hanno escluso la responsabilità. Dalle pagine del libro apprendiamo del tentativo messo in atto dai servizi segreti per eliminarlo, confezionandogli così l’ingrato ruolo di colpevole perfetto della strage. Con riferimento all’eccidio, il racconto ripercorre gli avvenimenti del 28 maggio ’74, il suo espatrio e la carcerazione sofferta a seguito dell’inchiesta nata ai suoi danni dopo la discussa testimonianza di don Gasparotti.