Testo di Giannuli che rivisita criticamente gli anni della “strategia della tensione”, fino ad arrivare a quelli definiti “di piombo”. “La strage di Brescia” è un piccolo capitoletto dedicato all’eccidio del 28 maggio ’74 in piazza della Loggia, nel quale viene sommariamente rivisitata la prima inchiesta – quella definita “bresciana” – con pareri fortemente critici nei confronti delle forze dell’ordine – Carabinieri in particolare – che si trovarono ad operare nell’immediatezza dell’avvenimento.
LUCI E OMBRE DELLA CONTROINFORMAZIONE TRA IL ’68 E GLI ANNI DI PIOMBO. DA PIAZZA FONTANA AL ROGO DI PRIMAVALLE, DALLA COMUNE DI DARIO FO AL PROCESSO 7 APRILE, I DEPISTAGGI DELLO STATO E I SERVIZI SEGRETI DEL MOVIMENTO
Mentre piombo e tritolo infiammano il Paese, si combatte una guerra più sotterranea e silenziosa tra le cosiddette fonti ufficiali dell’informazione e i molti rivoli della militanza democratica. Di fronte alle azioni di depistaggio dei servizi segreti “deviati”, nascono gruppi di controinformazione impegnati a costruire, svelare e diffondere le notizie attraverso strumenti nuovi e alternativi: non più solo i giornali, ma anche il cinema, la radio, il teatro, i fumetti, la canzone, la satira. Per la prima volta, una generazione attenta e politicizzata tenta di smascherare le menzogne del potere. Grazie a numerosi documenti inediti, Aldo Giannuli ricostruisce con il rigore dello storico una stagione tormentata, dal Sessantotto al sequestro Moro, che ha contribuito in modo fondamentale alla costruzione dell’identità.