LIBRO

PIAZZA DELLA LOGGIA

UNA STRAGE POLITICA

Il volume ha il pregio della sintesi. Il filosofo analizza la strage di Brescia e la colloca all’interno di un disegno strategico ben definito: impedire l’accesso del PCI. nella “stanza dei bottoni” . A pagina 27 leggiamo: “In Italia la difesa contro il pericolo interno comunista non poteva ridursi alle forme di lotta politica contro il PCI consentite dalla legislazione democratica. Infatti, per essere efficace, tale difesa doveva essere segreta: non poteva rendere pubblico quali sarebbero stati i mezzi e le mosse. Il terrorismo, producendo terrore, faceva aumentare il desiderio di sicurezza, e inibiva il desiderio di cambiamento incarnato nei primi anni settanta dal PCI”. Per ottenere quest’esito normalizzatore – e mantenere così l’Italia sotto l’influenza americana, come stabilito dagli accordi successivi alla seconda guerra mondiale – è stato necessario ricorrere alle stragi (“terrorismo dosato”), utilizzando quale braccio operativo le organizzazioni radicali neofasciste.

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